Il sistema del controllo di gestione, tipico delle aziende profit, viene utilizzato anche negli enti non profit dove i dati contabili espressi vengono integrati con informazioni qualitative e con dati numerici non monetari.

L’inserimento di dati non monetari aggiunge “soggettività” alla programmazione e controllo che per essere ridotta al minimo necessita in fase progettazione di un’ottima definizione degli obbiettivi, possibilmente di tipo quantitativo. Ad esempio, in un’organizzazione che opera nel contesto socio sanitario, tale elemento potrebbe essere dato dal numero di anziani che si riesce ad assistere, dalla capillarità dell’azione, dai tempi di attesa per erogare le prestazioni, dalla completezza delle prestazioni, ecc.

Ecco che per essere efficaci, ai valori numerici espressi bisogna collegare le esigenze degli stakeholder e fare un’analisi dei bisogni di questi ultimi: accessibilità, semplicità, fruibilità, economicità.

In merito all’efficacia, l’ente non profit dovrà invece monitorare il numero di servizi effettivamente erogati agli utenti della comunità rispetto alla consistenza dell’insieme di soggetti servibili e ai numeri stabiliti nella pianificazione operativa. Da questo rapporto un dato significativo sarà quello che determinerà l’efficienza dell’attività intesa come la capacità di impiegare le risorse disponibili in modo da massimizzare il risultato finale. Un’efficienza che può essere distinta in quella “programmata”, elaborata in fase di progettazione; e quella di “gestione” che viene rilevata al termine dell’esercizio, con l’analisi dei risultati e delle risorse effettivamente utilizzate.

E proprio nel mondo delle organizzazioni del terzo settore le risorse e i risultati sono espressioni che superano la quantificazione monetaria come le attività di beneficienza a favore di non abbienti e le attività di volontariato. Queste hanno un costo che, in un contesto di controllo di gestione, esprime un valore che può essere considerato “la ricchezza più importante di una organizzazione”.

Valorizzare economicamente, al fine di calcolare l’efficacia e l’efficienza della gestione, consente di elaborare un dato monetario che viene utilizzato per fare dei paragoni con altre realtà. Un dato che oltre ad essere utilizzato internamente all’organizzazione, è fondamentale per gli stakeholder esterni che vogliono valutare l’attività dell’ente, sia per quelli che possono diventare utilizzatori sia per quelli che potrebbero diventare finanziatori erogando delle donazioni.

È sempre più diffusa la sensazione che anche le organizzazioni del terzo settore debbano dotarsi di strumenti atti a dare trasparenza e ad illustrare i risultati della gestione.

L’aggiornamento tecnologico, la digitalizzazione e il sistema informativo assumono una valenza strategica utilizzata a supporto dei processi decisionali di apprendimento per una gestione professionale, per il coordinamento delle attività e per il raggiungimento degli obbiettivi.

L’avvio di un processo di CONTROLLO DI GESTIONE ha un investimento iniziale in formazione, software, strumenti e dispositivi che producono due importanti manifestazioni: risparmiare in costi di risorse umane e agevolare la rilevazione dei flussi informativi generati dalle attività di gestione.

Il complesso del “sistema informativo gestionale” interviene in due ambiti:

• sistema informativo contabile: amministrazione e contabilità
• sistema informativo extra contabile: l’insieme di tutte le informazioni quantitative e qualitative che riguardano l’azione dell’ente

A conclusione di questa parte su INNOVAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE possiamo affermare che il SISTEMA DI REPORTING è una parte importante del processo di comunicazione dell’organizzazione e costituisce il prodotto finale della rilevazione delle attività della contabilità direzionale.